Progetto di accompagnamento rivolto a gruppi di fratelli e sorelle
di persone con disabilità e/o neurodivergenti

Il progetto nasce come risposta a un’esigenza che la letteratura segnala presente nella realtà attuale ma che, essendo silenziosa, spesso rimane invisibile, ossia l’esigenza di riconoscere, accompagnare e supportare i fratelli e le sorelle di persone con disabilità e/o neurodivergenti nelle diverse fasi della loro vita.

Il vissuto di fratelli e sorelle di persone che presentano varie forme di atipicità del neurosviluppo e/o disabilità fisica e/o intellettiva è a sua volta atipico. Nelle varie fasi della vita, dall’infanzia all’età adulta, questo presenta caratteristiche specifiche. Per i siblings giovani adulti, pur nella varietà e unicità delle esperienze individuali, si riscontrano similitudini nell’emotività legata al futuro e nella creazione del loro progetto di vita personale, intrecciato alla prospettiva e all’aspettativa di cura e responsabilità come caregiver a cui spesso si affacciano senza bussole orientative.
Questa esigenza è arrivata alla nostra attenzione grazie sia alle ricerche esistenti sul tema, sia all’esperienza diretta di educatori nel nostro territorio.

Ciò che ci ha definitivamente mossi a realizzare questa proposta di intervento è stata la realtà messa in luce nel progetto di tesi della dott.ssa Giorda Saponi. Nel suddetto lavoro che ha visto coinvolti 20 siblings di età compresa tra i 18 e i 35 anni del bacino di Rimini e Forlì-Cesena è emerso che:
– l’80% di loro ritiene che potrebbe essere utile avere un supporto o un accompagnamento emotivo per affrontare meglio il progetto di vita a lungo termine del fratello o sorella con disabilità;
– Il 75% ha espresso interesse nell’incontrare altri siblings.

Inoltre è ormai noto che per poter offrire un sostegno efficace e promuovere benessere non è sufficiente concentrarsi sulla risposta alle esigenze della persona a sviluppo atipico o sull’accompagnamento e progettazione del suo percorso di vita, ma occorre proporre iniziative che pongano al centro del proprio agire i diversi bisogni, concreti e psicologici, dei familiari: i genitori, i fratelli e le sorelle, ponendo attenzione alle loro relazioni.

Gli obiettivi di ``Ci siamo``

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  • Creare uno spazio emotivamente sicuro: in cui sentirsi considerati e riconosciuti, avere la possibilità di “narrarsi” e di ricevere un ascolto attivo, per avviare una riflessione sulla propria storia personale e sulla propria identità.
  • Creare reti sociali tra siblings giovani adulti: offrire possibilità di confronto, unendo e risaltando punti di vista differenti sull’esperienza di essere siblings, focalizzando l’attenzione sul tempo presente.
  • Affrontare e approfondire tematiche incalzanti: sulla base della ricerca condotta, le questioni emergenti riguardano la costruzione del proprio progetto di vita personale, e quindi il futuro. Si cercherà di sviscerare i vari contenuti con il supporto di persone che affrontano circostanze simili e la guida di professionisti.
  • Ricevere informazioni puntuali: riguardo alle risorse presenti nel territorio in termini di servizi alla persona, e i vari iter burocratici che li caratterizzano.

Destinatari di ``ci siamo``

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Il progetto è destinato a fratelli e sorelle di persone con disabilità (sensoriale, fisica, intellettiva) e/o neuro divergenti di età compresa tra i 18 e i 35 anni.
Il gruppo dovrà contare un minimo 6 e un massimo 12 partecipanti.
Ai fratelli e le sorelle che intendono partecipare è richiesto di:
– tesserarsi all’Associazione BattiCinque e versare il contributo di adesione al progetto;
– rispettare, nel limite del possibile, l’impegno preso partecipando agli incontri previsti con continuità;
– trattare con massima riservatezza le informazioni che emergeranno durante gli incontri;
– comunicare sempre eventuali dubbi, problemi o difficoltà sia logistici sia relazionali ai responsabili del progetto che saranno a disposizione per chiarimenti e per offrire aiuto.

Metodologie e strumenti

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La metodologia messa in campo è di tipo:
– partecipativo
– coinvolgente
– esperienziale
ovvero attraverso la metodologia del Circle Time e della Peer Education.
Circle time: è considerato una delle metodologie più efficaci nell’educazione socio-affettiva. I partecipanti si dispongono in cerchio, con un conduttore che ha il ruolo di sollecitare, coordinare il dibattito. Il Circle Time facilita e sviluppa la comunicazione circolare, favorisce la conoscenza di sé, promuove la libera e attiva espressione delle idee, delle opinioni, dei sentimenti e dei vissuti personali e, infine, crea un clima di serenità e di condivisione.
Peer Education: coinvolge attivamente i siblings giovani adulti, con l’obiettivo di modificare i comportamenti specifici e di sviluppare le Life Skills, cioè quelle abilità di vita quotidiana necessarie affinché ciascuno di noi possa star bene. In questa metodologia educativa i pari sarebbero dei modelli per l’acquisizione di conoscenze e competenze di varia natura, nonché l’ideazione e la pianificazione
di nuove strategie e adattamenti.
La Peer Education dà la possibilità ai membri del gruppo di trovare uno spazio dove parlare di sé e confrontare le proprie esperienze “alla pari”, promuovendo una positiva contaminazione reciproca.
Metodologia laboratoriale: privilegia l’apprendimento esperienziale per favorire l’operatività e allo stesso tempo il dialogo, la riflessione su quello che si fa, scambi e attivazioni. Le attività fungono anche da collante efficace per la creazione del gruppo, incoraggiando la creazione di rapporti tra i partecipanti.

Equipe di riferimento

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La proposta è ideata e progettata dalla Dott.ssa Giorda Saponi, educatrice e pedagogista e dalla Dott.ssa Giada Selva, insegnante specializzata nel sostegno didattico e nei processi inclusivi, consulente pedagogista in formazione.
La progettazione degli incontri è supervisionata dalla Dott.ssa Michela Rossi Psicologa, Psicoterapeuta, Analista del comportamento BCBA.

Risultati attesi

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  • Aumento del benessere e della consapevolezza di sé
  • Presa di consapevolezza rispetto alle proprie abilità, e quindi un rafforzamento dell’empowerment
  • Crescita della percezione di essere riconosciuti e supportati rispetto alle domande e preoccupazioni avvertite in relazione alle tematiche legate al futuro
  • Costruzione di nuove relazioni che possano continuare a essere supportive anche in seguito alla conclusione del ciclo di incontri
  • Incremento della conoscenza in merito ai servizi territoriali che vertono intorno alla disabilità