Vivere una condizione di autismo o di disturbo del neurosviluppo comporta tante conseguenze, alcune positive, altre negative.

Come per ognuno di noi, queste conseguenze non dipendono unicamente dalle caratteristiche della persona coinvolta, ma anche, anzi soprattutto, da come la comunità si comporta nei suoi confronti (pensieri e atteggiamenti delle persone, occasioni di mettersi in gioco, qualità dei servizi, delle strutture, ecc.).

BattiCinque agisce sul territorio per migliorare la qualità di vita di queste persone attraverso tre tipi di interventi:

  1. Interventi mirati a costruire conoscenza sull’autismo, sulle disabilità e sull’inclusione, per abbattere i pregiudizi e le barriere mentali, primi e maggiori ostacoli all’inclusione sociale, e per avviare dei cambiamenti virtuosi nelle politiche e nelle pratiche;
  2. Interventi volti a dare sostegno concreto e psicologico mirato a ciascun componente della famiglia, perché solo riconoscendo i bisogni di ciascuno si può favorire l’equilibrio dell’intero sistema famiglia;
  3. Interventi mirati a rispondere ad alcuni bisogni concreti della persona.

Che cos’è l’autismo?

Il Disturbo dello Spettro Autistico è contraddistinto da uno sviluppo anomalo dell’interazione sociale e della comunicazione (che può variare notevolmente da grave ritardo del linguaggio a difficoltà sfumate nella pragmatica della comunicazione e negli aspetti non verbali dell’eloquio) e da un pattern comportamentale caratterizzato da interessi o attività ristretti e ripetitivi.

Queste caratteristiche possono comportare difficoltà nelle relazioni, nell’autonomia e nell’apprendimento.

Inoltre, spesso comporta un profilo sensoriale atipico: per esempio la persona può reagire e percepire come estremamente intensi alcuni stimoli (visivi, uditivi, olfattivi, tattili, gustativi o anche legati alla percezione del dolore) che un soggetto con un profilo di sviluppo neurotipico coglie ad intensità moderata o quasi irrilevante, oppure al contrario può avere una soglia di percezione ad altre stimolazioni sensoriali molto elevata (per esempio subire un urto importante e non percepire il dolore intenso che proverebbe un’altra persona).

Questo profilo sensoriale alterato può provocare difficoltà e reazioni comportamentali anomale in situazioni non prevedibili e comprensibili facilmente da una persona con un profilo neurotipico ed anche comportare conseguenze problematiche dal punto di vista attentivo, dell’apprendimento e dell’integrazione sociale.

All’autismo si associa in una percentuale importante di casi la presenza di ritardo cognitivo, spesso non omogeneo (alcune aree sono più preservate, mentre altre più compromesse), che può variare sensibilmente, da lieve a grave.

Si parla di Spettro Autistico per sottolineare che c’è un’ampissima variabilità di caratteristiche e comportamenti da soggetto a soggetto. Ogni individuo con autismo è una persona unica!

Una persona unica come ogni persona.

Infatti, lo sviluppo che chiamiamo “tipico” descrive solo uno sviluppo di “media”, a cui solitamente viene opposto quello detto “atipico”, ma ogni persona è diversa dall’altra e tra il “tipico” e “l’atipico” non esiste una linea di demarcazione definita, ma una vasta gamma di profili.

Il paradigma della neurodiversità spiega infatti lo sviluppo neurologico “atipico” come uno dei possibili sviluppi del funzionamento del cervello umano.

In questa prospettiva essere diversi è la normalità.

Quanto è diffuso l'autismo oggi?

L’autismo non sembra presentare prevalenze geografiche e/o etniche, in quanto è stato descritto in tutte le popolazioni del mondo, di ogni razza o ambiente sociale; presenta, viceversa, una prevalenza di sesso, in quanto si riscontra nei maschi in misura da 3 a 4 volte superiore rispetto alle femmine¹.

Una prevalenza di 10-13 casi per 10.000 sembra la stima più attendibile per le forme classiche di autismo, mentre se si considerano tutti i disturbi dello spettro autistico la prevalenza arriva a 40-50 casi per 10.000².

Vanno comunque condotti ulteriori studi in relazione agli aumenti di prevalenza delle patologie autistiche che in questi ultimi tempi sono stati segnalati soprattutto dai paesi anglofoni e che porterebbero la prevalenza dei disturbi dello spettro autistico a 90/10.000. Questi dati devono essere confrontati con quelli che si possono ricavare dai sistemi informativi delle regioni Piemonte ed Emilia- Romagna, che indicano una presa in carico ai Servizi di neuropsichiatria infantile di minori con diagnosi di autismo rispettivamente di 25/10.000 e 20/10.000³.

Nella Repubblica di San Marino la prevalenza di ASD 0-18 anni in carico ai Servizi nel 2018 è di 4 soggetti ogni 1000 residentiª.

Come possiamo vedere l’autismo è una condizione piuttosto diffusa, ma è anche una condizione invisibile, che non sempre si riconosce a prima vista, per questo è importante che tutta la comunità sia informata e sensibile, in modo che ciascuno possa comprendere le famiglie e sappia relazionarsi con queste persone in modo aperto e accogliente e non discriminatorio.

Note:

  1. http://old.iss.it/binary/auti/cont/LG_autismo_ISS.pdf , p. 13
  2.  come nota precedente
  3.  come nota precedente
  4.  come nota precedente

Quali sono le cause dell'autismo?

Ad oggi l’OMS¹ dichiara che le evidenze scientifiche disponibili suggeriscono che vi siano fattori di vulnerabilità genetica, ma non necessariamente ereditari, che, combinati a fattori ambientali, possono rendere un bambino più predisposto a rientrare nello spettro autistico.
Inoltre sottolinea che le evidenze raccolte escludono chiaramente la possibilità che i vaccini possano rappresentare la causa di questo Disturbo.

Note:

  1. https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/autism-spectrum-disorders

Come e quando arriva una diagnosi?

L’autismo si manifesta entro i primi tre anni di vita e alcuni comportamenti evocativi di un possibile Disturbo dello Spettro Autistico possono essere osservati già a partire dai 12 mesi di vita del bambino dai genitori e dai pediatri.
È importante poterli leggere e riconoscere tempestivamente perché le ricerche hanno dimostrato che la diagnosi e l’avvio conseguente di un intervento precoce possa migliorare notevolmente la prognosi dei bambini con ADS e la qualità di vita loro e delle loro famiglie.
Le figure professionali a cui fare riferimento per l’avvio di valutazioni più approfondite che possono condurre a una diagnosi di Disturbo dello Spettro Autistico sono il pediatra, lo psicologo e il neuropsichiatra infantile.

Cosa accade dopo la diagnosi?

Non esiste cura per l’autismo, l’autismo è una condizione, un modo in cui la persona si sviluppa.
Esistono interventi educativi, abilitativi, ausili e azioni che possono permettere alla persona da un lato di ridurre le difficoltà e i disagi e dall’altro di acquisire nuove abilità in modo da aumentare la qualità della vita personale e familiare.
La ricerca sull’autismo è in continua evoluzione.

La Linea Guida n.21

La Linea Guida n. 21 “Il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti ” è un documento emanato dall’Istituto Superiore di Sanità in cui sono raccolti i trattamenti che hanno ricevuto evidenza scientifica di efficacia*, i quali vengono raccomandati, e in cui sono elencati i trattamenti rivelatasi non efficaci, che invece vengono sconsigliati.
*Evidence Based Education (EBE): pratiche educative basate su approcci validati dai dati raccolti attraverso ricerche
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