Il concetto di Neurodiversità spiega la varietà del modo in cui la mente umana si sviluppa. Questo sviluppo è determinato da fattori genetici e da fattori ambientali, ossia gli stimoli a cui ciascuno di noi è esposto durante la vita e che permettono la maturazione di una mente che è unica, la nostra. Questo ci permette di capire che lo sviluppo che chiamiamo “tipico” non è uguale per tutti e non è uno sviluppo “giusto”, è semplicemente uno sviluppo che ha caratteristiche più frequenti nella popolazione.
Allo stesso modo, quando parliamo di persone a sviluppo “atipico” non ha senso pensare che siano uguali tra loro, e che quindi ciò che è vero o buono o efficace per una di loro, lo sia per tutte.
Il contenitore di quelli che, per utilità, chiamiamo sviluppo “tipico” e “atipico” è sempre la neurodiversità: ogni persona è diversa, unica e questo va riconosciuto e rispettato, anche perché è ciò che rende la specie umana ricca di infinite risorse e potenzialità.
Per approfondire:
Neurodiversità: cosa è davvero? di Bradipi in Antartide
Neurodiversità:
verso la valorizzazione delle risorse, nel rispetto delle differenze.
Dalla storia del termine all’odierno dibattito
di Marina Morgese